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Salvatore De Rosa

Interventi Critici

 

                                  

                                                             

 

 

Il mondo non è un meraviglio spettacolo da ammirare inochiti, ma un'esperienza da vivere e Zito la vive per il tramite della pittura. Alla vita tumultuosa del nostro tempo, eccoci di fronte ad [a visione incantata, di cui sono indagate le implicazioni intellettuali, esistenziali e morali dei sentimenti, quelle definite da B. Pascal le "ragioni del cuore".La narrazione pittorica, che braccia il museo circolare dell'esistenza, si snoda, nella sua delicata e sensibile analisi, con domande coinvolgenti ed inquietanti che rispecchiano i problemi dell'uomo odierno, senza però mai degenerare in vuota angoscia o in cupo incubo o in sterile comoda solitudine. È, il suo, un ricollegarsi attraverso colori, linee e segni ad una poesia in cui l'amore per le cose che sono intorno e i sentimenti vengono tradotti con quel tanto di sogno, che è poi proprio il tessuto narrativo della vita. Un silenzio assoluto incombe sulle sue opere ed ecco lo sfondo che si apre in un ritmo spaziale di finissima suggestione: un universo nuovo, svincolato da ogni suggerimento figurativo, vibrante in ragione della forma e della levità che assume la materia. Il senso della dicotomia uomo-natura, come rapporto di elementi che devono integrarsi e pure continuano ad affrontarsi, è presentato senza la retoricità di un riporto fotografico che di primo acchito può infannare l'ingenuo fruitore. La sua tensione emotivo-creativa si rileva appieno nel senso recettivo di chiarezza e di ariosità, che non modifica, nè deturpa la bellezza della natura, nel variegarsi eccitante dei tratti cromatici. Nelle composizioni che si attuano in una cadenza dove i segni-luce vengono elaborati con felice creatività, Zito non indugia su schemi e argomenti labili, ma comunica, col calore della convinzione, le sue solide percezioni sul filo di una autenticità e di una validità artistica. Le sue emozioni si dispiegano attraverso il fluire tormentato delle linee, il contrasto tra l'ocra, la terra, i rossi smorzati, i verdi diluiti, la ricca gamma del blu recanti una varietà di inflessioni, una potenza di impulsi ed una verità di dramma. La distesa sconfinata svaria con la rugosa, aspra terra, dove l'erba cresce a fatica, su cui alberi nodosi, precisi nei contorni, calligrafici nella struttura, privi di acrimonia, proiettano ombre cupe e riposanti, mentre la fantasia sogna al di là delle trine dei rami altri campi con luce tersa e diffusa. Cosi in ampi scenari ritroviamo spiragli di circostanze innegabili e di condizioni esistenziali: finestre di speranze, alzate a difesa dell'interesse egoistico, ma anche barriera di separazione dall'incomprensione; muri "montaliani", che si elevano oltre i limiti di un definito spazio per coinvolgere nella identicità dei problemi una società in senso universale e assillata dalla ricerca delle medesime soluzioni; tassellature di mattoni, fiori, fili distesi che aprono visioni sul mistero della vita, ne suscitano idoli, ne provocano incantesimi. Zito ha affidato alla natura e alle semplici cose familiari il compito di stimolare un'ispirazione genuina: la realtà dei contorni di una poltrona, di un interno domestico si fonde col tono cromatico di un maglione abbandonato o di un cuscino in una raffinata figurazione, liberantesi in un ritmo vibrante di luce, capace, e, di creare un clima liricamente teso attraverso passaggi tonali, e, di denotare cose in un'esigenza, di integrale luminosità che riassorbe i contorni in un'unica vibrazione atmosferica.
Una pittura, la sua, nata da una sofferenza interiore, dalle radici profonde, come quelle dei suoi alberi composte da tante monadi vibratili, esasperate nella loro capillare mobilità, una pittura umana senza l'uomo, quasi ad indicare una repulsione per il responsabile delle fasi di disturbo dell'epoca attuale.
Nelle nature morte, la raffigurazione procede per piani e lo snodarsi della linea non divaga, esaltata come è dalla luce, ma definisce con misura gli oggetti della composizione. E l'estro creativo di Zito che porta a grande purezza interpretativa l'immediatezza dell'intuizione, che non cede a facili accademismi, come ad espressioni concettuali. E così gli oggetti e le cose assumono un preciso rapporto tra loro per costituirsi con un carattere di sobria unitarietà e con una spiccata sensibilità tonale. Sono, quelle di Zito, tele che celebrano un'intimità familiare alla quale tutti aspiriamo, che cantano il profumo delle cose pulsanti di vita che vediamo e sentiamo circolanti in una scia di lievi ombre sfumate che vanno verso la malia della luce.
L'opera di Zito è rilevazione e attenzione, realtà e dato significativo, modulazione che sorregge un mondo lirico, dove l'artista ha saputo sublimare i suoi sentimenti, dove le forme perdono il loro spessore per divenire entusiasmo spirituale.

 

 

 

 

 

Interventi critici:

 

 

Rosario Pinto

 

Angelo Calabrese

 

Salvatore De Rosa

 

Giorgio Seveso

 

Cosimo Strazzeri

 

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